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Questi termini da qualche anno ricorrono nelle pubblicazioni del settore, anche se a volte ne sfugge il senso. Lasciatemi provare a darne una definizione.
Viral sensing: acquisizione di nuovi dati e informazioni attraverso reti digitali già presenti, raccogliendo le tracce che le persone lasciano nelle loro attività quotidiane (transazioni monetarie, spostamenti, fruizioni di servizi...) e aggregandole al fine di ricostruire i paesaggi informativi in cui si svolgono i fenomeni sociali.
Sensor Network: reti di sensori per rilevare dati sulla attività cittadina. Una adeguata massa di dati, con riferimento spaziale e temporale, permette non solo una descrizione dei fenomeni ma anche di creare un modello virtuale dell’ambiente stesso per il dominio di interesse.
Crowd sensing: conosciuto anche come internet delle persone, si basa sulle potenzialità degli strumenti social che caratterizzano il web 2.0 ; i singoli raccolgono le proprie esperienze e le condividono in tempo reale, influenzando altre persone nelle loro scelte; le informazioni che vengono raccolte sono soggettive, ma la forte interazione tra gli utenti fa si che si crei una rete da cui emerge una descrizione precisa dei fenomeni considerati. Per questo è un ottimo modo per rilevare informazioni sulle dinamiche sociali, acquisendo contributi da ogni persona senza particolari limitazioni. Invece è meno adatto per raccogliere di dati scientifici, in quanto occorrerebbe formare un gruppo chiuso di volontari aventi una formazione e una strumentazione adeguata, definendo i tempi e le modalità di rilievo.
In ambito urbano si può attivare un meccanismo di feedback attraverso dispositivi per la presentazione pubblica dei dati raccolti installati presso luoghi chiave della vita cittadina.
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Una città viene definita Smart in riferimento al largo uso di tecnologie ICT per il controllo delle sue infrastrutture, al fine di mantenere un positivo rapporto con l’ambiente naturale e garantire una effettiva accessibilità alle sue funzioni da parte della pubblica amministrazione e dei cittadini.
La forte dotazione di infrastrutture ICT può essere il driver per una crescita sostenibile, attraverso un miglioramento dell’efficienza dei processi. Le tecnologie applicate allo spazio urbano producono un miglioramento della qualità della vita a vantaggio di tutti i cittadini. Si crea un nuovo spazio urbano tecnologicamente avanzato in cui si integrano la dimensione fisica e virtuale, che favorisce l’interazione tra individui e l’emergere del capitale sociale e umano.
L’iniziativa “European Smart Cities” nasce con l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per un uso efficace delle risorse; le città vengono valutate secondo le loro funzionalità nelle seguenti tematiche: smart mobility, smart economy, smart environment, smart governance, smart people e smart living.
Per accedere ai finanziamenti europei si devono sviluppare progetti orientati sia alla sostenibilità energetica che alla vivibilità. Da una parte, l’installazione di infrastrutture per la raccolta di informazioni su temi come la mobilità urbana, i consumi energetici e la sicurezza, tramite reti di sensori, e la conseguente applicazione dei dati raccolti alle operazioni urbane, consente di aumentare l’efficienza nella gestione dei servizi pubblici e delle risorse ambientali. D’altra parte, le strategie Smart si basano sul coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni per mettere a sistema le risorse informative, organizzative e di servizio. In tal modo si può generare un aumento della competitività del territorio, frutto non solo di un efficiente gestione delle risorse, ma di un processo che mette al centro l’utente, cittadino o city-user, cercando soluzioni che migliorino la sua qualità della vita; l’idea è quella che solo con la creazione di un sistema nervoso della città, composto da infrastrutture fisiche, sistemi digitali e reti sociali, si può procedere verso una sostenibilità che sia anche e soprattutto sociale ed ambientale oltre che economica.
L’attualità del tema delle smart city come evoluzione della città contemporanea si collega al fenomeno dell’inurbamento, con quote crescenti di popolazione che si riversa nelle città. Fino a pochi anni fa si riteneva che lo sviluppo di internet e il conseguente annullamento delle distanze favorisse un rallentamento del fenomeno. Di fatto si osserva che la rivoluzione digitale ha aumentando l’attrattività delle città contemporanee per via del rafforzamento delle strutture spaziali esistenti, in cui la presenza pervasiva di sensori e micro-controlli crea un nuovo strato informativo sovrapposto a quello fisico. Il risultato è un sistema complesso di azioni e risposte, basato su una ingente flusso di informazioni, in cui i cittadini hanno il ruolo sia di generatori che di fruitori di dati. L’informazione in tempo reale consente alle persone di prendere decisioni più accurate riguardo l’uso delle risorse pubbliche e dei servizi, con un conseguente cambiamento dei comportamenti. Nella città intelligente, con l’integrazione di sensori ed attuatori, lo spazio urbano, i cui elementi costitutivi diventano entità sensibili al contesto, si trasforma in un grande sistema di controllo cibernetico in tempo reale.
Anche le persone non possono essere più classificate genericamente come cittadini ma invece acquisiscono una individualità data dal loro essere utenti ben informati sulle dinamiche in corso. In questo universo informativo, essi diventano portatori di interessi e aspettative, con le loro scelte e comportamenti che rimangono come tracce significative dei loro percorsi individuali, consentendo anche l’erogazione di servizi personalizzati.
Collegando le persone in rete si consente l’emergere del potenziale creativo e innovativo della rete sociale, quale nuova forma di intelligenza collettiva. In una città intelligente i cittadini rispondono ai suggerimenti che arrivano dai propri vicini, con un coordinamento dei comportamenti che permette il realizzarsi di nuove forme di democrazia attiva.
La progettazione urbanistica dovrebbe sfruttare un approccio “dal basso” per creare città intelligenti in cui sono le persone a produrre i cambiamenti. Fornendo loro le strutture di supporto adeguate, i cittadini organizzati sono in grado di affrontare problemi quali consumo energetico, traffico, sanità e istruzione in modo più efficace di quanto possibile con soluzioni “dall’alto”.
I progetti dall’alto falliscono perché sono fragili ai cambiamenti e non considerano il potenziale creativo dei cittadini.
Le città sono frutto di una costruzione decentralizzata, spontanea e adattiva, sforzo della intera collettività, che si realizza con interazioni tra le reti sociali più complesse e stratificate. Il successo delle città dipende dalla socializzazione e non dalla efficienza. La partecipazione dei singoli alle reti sociali on-line viene riconosciuta come parte della loro reputazione.
Nelle città intelligenti sono i cittadini a svolgere il controllo sulle attività delle istituzioni, raccogliendo informazioni specifiche sul territorio e creando mappe dinamiche collaborative.
Già oggi persone dotate di dispositivi mobili possono comportarsi come sensori che registrano i fenomeni urbani. Il rilievo a base volontaria permette di attivare efficacemente e in modo economico una rete di monitoraggio e controllo urbano, creando una base di conoscenza diffusa alternativa a quella “ufficiale”, in grado di descrivere in modo nuovo la città. In futuro sempre più tali sensori saranno inseriti in oggetti di uso quotidiano, aumentando esponenzialmente la mole di dati disponibili.
La condivisione di dati all’interno di un gruppo può avere un impatto nell’uso e nella gestione delle infrastrutture. Le scelte migliori vengono dalla osservazione dei comportamenti delle altre persone.
Laboratori civici per l’innovazione urbana si integrano ai grandi progetti ingegneristici per dare forma alle nuove città intelligenti. Le autorità politiche devono governare questo processo, ascoltando i cittadini e dando loro una visione della propria città, partendo dalle migliori pratiche e creando soluzioni locali uniche.
L’efficienza della città va considerata rispetto ai temi sociali, individuando obiettivi fondamentali come la sicurezza, la qualità della vita, il diritto individuale e la coesione sociale. Parallelamente però, considerando temi quali la sostenibilità dei consumi e la produzione di CO2, i comportamenti dei singoli si fondono a livello di comunità, con una comune responsabilità verso l’obiettivo di adottare stili di vita sostenibili e consapevoli.
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Mola di Bari - mappa geotagging da consultazione pubblica
Prototipo del sistema di ascolto realizzato nel 2007 per gestire il processo partecipativo nel comune di Mola di Bari.
La progettazione e la realizzazione di tale prototipo rientra nelle attività previste dalla convenzione per la realizzazione del Sistema Informativo Territoriale comunale, stipulata tra il Comune di Mola di Bari e l'Università IUAV di Venezia - Dipartimento di Pianificazione del Territorio insieme al Politecnico di Bari - Dipartimento di Architettura e Urbanistica.
Consultare anche il rapporto conclusivo dell'attività, nella parte che tratta il sistema di ascolto (par. 3.2 pagg.40-59).
http://www.ricercasit.it/public/documenti/MolaDiBari/RapportoConclusivo/RapportoSITMolaDiBari.pdf
Il disegno e della progettazione della parte del sistema di ascolto è stato da me trattato nella tesi di laurea triennale in Sistemi Informativi Territoriali, Università IUAV di Venezia, a.a. 2005-06, dal titolo:
"Il Sistema di ascolto per il SIT comunale, progetto di un sistema di informazione e partecipazione, rivolto alla cittadinanza e integrato nel SIT comunale, applicato al caso studio del comune di Mola di Bari."
Sono disponibili per la consultazione il documento pdf e le slides di presentazione.
http://win.analisiterritorio.org/IUAV/Tesi_Pantano_Sistema_di_ascolto.pdf
http://win.analisiterritorio.org/IUAV/Slides_Pantano_Sistema_di_ascolto.pdf
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Alessandria, zona centro - mappa delle criticità della ciclo-mobilità urbana
Il tema della mobilità urbana è di attualità principalmente a causa del preoccupante livello di inquinamento delle nostre città, ma è anche l’occasione per una riflessione sui percorsi urbani e per ripensare le funzioni degli spazi pubblici, creando luoghi di incontro per favorire la relazione tra i cittadini. A livello di territorio urbano, oltre ad offrire un efficiente sistema di trasporto pubblico, occorre mettere in pratica azioni volte a favorire i pedoni e incentivare l’uso della bici come mezzo di trasporto quotidiano.
L’azione di governo operata con scelte “dall’alto” non consente il coinvolgimento dei cittadini nella individuazione degli obiettivi da perseguire e spesso porta a risultati contradditori. Inoltre, qualunque nuova iniziativa necessita di una sperimentazione, che va accompagnata da un processo di monitoraggio degli effetti.
La proposta è quella di coinvolgere le reti sociali di cittadini nella verifica dell’efficacia delle azioni intraprese, assumendo un ruolo attivo. Occorre creare uno spazio pubblico di condivisione, nel quale i cittadini possano confrontarsi sui diversi modi di spostarsi in città, integrando una attività volontaria di raccolta collaborativa di dati per la verifica dei risultati delle scelte di governo. Il risultato auspicato è la creazione di un quadro conoscitivo sulla mobilità urbana, che sia integrativo a quelli ufficiali, costruito dagli stessi utenti del sistema urbano.
Il presente lavoro mira a mettere a sistema i dati presenti nei database pubblici (catasto strade, incidentalità, percorsi pedonali e ciclabili) e di integrarli con dati descrittivi dei fenomeni urbani raccolti con il coinvolgimento dei cittadini, sia come rilevatori volontari di dati oggettivi che come partecipanti a dibattiti pubblici sul tema della sicurezza stradale urbana. Il pericolo percepito dagli utenti deboli, che è il fattore principale nella scelta di evitare la bicicletta come mezzo di trasporto, viene quindi raffrontato con i dati effettivi di incidentalità, con analisi che colgano le specificità delle situazioni e dei luoghi.
Il sistema proposto, composto dalle funzionalità di raccolta segnalazioni e di rappresentazione dei dati su mappa, è rivolto principalmente a pedoni e ciclisti, ma può essere utile a tutti i cittadini, sia come canale informativo sulle dinamiche in atto, sia come canale di ritorno per raccogliere segnalazioni di situazioni di criticità effettiva o anche solo di insicurezza percepita.
La proposta metodologica di monitoraggio e le funzionalità qui proposte devono diventare uno strumento utilizzato dalle associazioni di cittadini che si occupano della promozione di iniziative in favore della mobilità ciclo-pedonale urbana.
Dai dati raccolti si ottiene una immagine complessiva delle criticità per la mobilità gli utenti deboli, di sicuro interesse per l’amministrazione comunale che deve operare scelte di governo del territorio, al fine di orientare gli interventi al conseguimento di un alto beneficio pubblico.
Prova la funzionalità di visualizzazione su mappa: www.analisiterritorio.org/mobility/mappaAL.html
La trattazione del presente tema è stata approfondita nella tesi di Laurea magistrale in Sistemi Informativi Territoriali e Telerilevamento, Università IUAV di Venezia, a.a. 2011-12, dal titolo:
" Sistema di monitoraggio e condivisione delle problematiche legate alla ciclo-mobilità urbana"
" Monitoring and sharing of issues related to the urban cycling mobility"
Relatore: prof. Luigi Di Prinzio
Laureando: Luca Pantano
Consulta la pubblicazione completa della tesi (pdf di circa 10Mb)
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